Intervista a Marco Caldiroli di Medicina Democratica
Presentaci la Medicina Democratica (com’è nata, chi siete, cosa fate, ecc.)
Si occupa pertanto di salute nei luoghi di lavoro sostenendo vertenze per il miglioramento delle condizioni di lavoro e portando all’esterno, nei luoghi di vita, rivendicazioni e obiettivi di promozione della salute e per un ambiente salubre.
Un obiettivo è quello di mostrare che gli impatti delle produzioni e dei modelli di consumo sull’ambiente diventano perdita di salute e come sia necessario affrontare in modo unitario e coordinato questi temi.
Caratteristica peculiare di MD è infatti quella di essere un’organizzazione formata da medici, ricercatori, lavoratori, tecnici della prevenzione e della sanità insieme ai più svariati soggetti compresi i cittadini e gli utenti del Servizio Sanitario Nazionale.
E’ stata in prima fila nelle iniziative che hanno portato alla riforma sanitaria del 1978 come nelle lotte per la messa al bando dell’amianto. Ricordiamo che la riforma del 1978 modificava radicalmente l’approccio e il rapporto salute-sanità basando l’azione del Servizio Sanitario Nazionale sulla prevenzione, cura e riabilitazione e individuando lo strumento in un Servizio pubblico, ad accesso universale, finanziato dalla fiscalità generale (quindi non privatizzato e basato su mutue e/o assicurazioni) e partecipato a livello locale.
MD è pure protagonista di lotte, di iniziative legislative, di difesa dei diritti delle persone con cronicità, non autosufficienti, di lavoratrici e lavoratori colpiti da mobbing, malattie professionali e infortuni, per l’abbattimento delle barriere architettoniche.
Ha sostenuto le lotte per la riabilitazione e per la realizzazione delle Unità Spinali Unipolari, contro la malasanità, intervenendo anche in via giudiziaria. E’ stata ed è parte civile in diversi processi per far emergere le responsabilità per le morti operaie e gli ecocidi. Fra i molti casi, a partire dal processo di Porto Marghera negli anni ’90, si rammentano importanti processi contro la ThyssenKrupp, Eternit e molti altri casi analoghi, Clinica S.Rita di Milano, il crimine ferroviario di Viareggio, l’inquinamento da fluorurati (PFOAS) causato dalla Miteni.
Medicina Democratica edita una rivista dal 1977 che tratta dei temi sopraindicati: la salute nei luoghi di vita e di lavoro, la sanità, l’ambiente, i diritti. Su www.medicinademocratica.org è possibile informarsi sulle attività più recenti. Dai primi giorni dell’emergenza pandemica ha attivato un “Osservatorio Coronavirus”. E’ promotrice di un coordinamento nazionale con altre associazioni per il rilancio della sanità pubblica riprendendo i principi della riforma del 1978
Quali sono i 3 punti più importanti / le 3 rivendicazioni centrali della vostra lotta?
Rispondo utilizzando alcuni significativi passaggi espressi nel nostro Statuto :
- la promozione e la tutela della salute in ogni ambito di lavoro, sociale e di vita, nonché la promozione e la tutela dei beni culturali e ambientali, del paesaggio, della natura, dell'ambiente salubre e della cultura nella sua più estesa accezione. In particolare la promozione della prevenzione da ogni agente di pericolo/rischio e tossico-nocivo in ogni ambiente di lavoro e di vita;
- la promozione e l'affermazione della ricerca scientifica e della medicina pubbliche mediante un’azione efficace di partecipazione dei soggetti sociali (lavoratrici, lavoratori, pensionati/e, disoccupati/e, persone, loro malgrado, emarginate, escluse, operatori sanitari e sociali, cittadine/i) alle scelte sociali, culturali, scientifiche e sanitarie che direttamente o indirettamente li riguardano;
- favorire l’incontro fra gruppi, movimenti, leghe, associazioni a livello locale, nazionale e internazionale che operano per l’affermazione del diritto alla salute, alla sicurezza, all'ambiente salubre, al rispetto dei diritti umani.
Una domanda che vuole far emergere le forme di lotta e le strategie di azioni. In altre parole è una domanda sul COME. Quali sono secondo voi le metodologie che dovrebbero essere intraprese per risolvere questi 3 punti / per realizzare queste 3 rivendicazioni?
Storicamente ci siamo caratterizzati dallo sforzo di sostenere ogni iniziativa vertenziale dal basso aiutando le realtà autoorganizzate a individuare obiettivi e modi per sostenere i diritti (nei luoghi di lavoro, nella società, per la tutela dell’ambiente) e cercando di fungere da rete per queste realtà in modo da condividere, amplificare e individuare obiettivi più ampi sia a livello locale che nazionale anche con gli strumenti legislativi. Come si può verificare nella risposta precedente non si tratta semplicemente di “rivendicazioni” ma di un percorso che da un lato salvaguardi l’iniziativa dal basso e dall’altro ne espanda le possibilità individuando, nella discussione e nel confronto continui, obiettivi di carattere generale. Un percorso analogo vi è stato nel caso della riforma sanitaria : le rivendicazioni e le iniziative locali sono state in grado di anticipare in diverse regioni quanto poi introdotto nella normativa, da un lato, e tali iniziative ed esperienze concrete riuscirono a coagulare i principali attori sociali verso quei principi che sono (dovrebbero essere) alla base del SSN, non pienamente attuati e negli ultimi venti anni minacciati da un processo di aziendalizzazione, privatizzazione, ospedalocentrismo (a scapito delle politiche di prevenzione), “autonomia differenziata” e ritorno a forme mutualistiche e assicurative (compreso il caso del “welfare” aziendale).
Cosa ti aspetti dal congresso nazionale per la salute di novembre? Cosa speri che possa emergere da questo congresso?