Intervista al Comitato Si Può Fare che dal 2014 si batte per l'utilizzo pubblico sociale e culturale dell'ex manicomio
Presentaci pure la tua realtà
Il Comitato Si Può Fare nasce nel 2014 ed è il comitato che ha promosso due iniziative popolari: una delibera comunale e una proposta di legge regionale per l’utilizzo pubblico, sociale, culturale del manicomio Santa Maria della Pietà a Roma.
Questa iniziativa di raccolta firme (7000 per la delibera comunale e 12500 per la proposta di legge regionale) arriva dopo già tanti anni, in cui si è mobilitato a Roma un movimento di associazioni e gruppi che ha lavorato con l’obiettivo di fare dell’ex manicomio di Roma un luogo di cultura, di socialità pubblico gestito in forme partecipative corrette. Movimento nato a metà degli ‘90 e quindi in campo da almeno 25 anni.
Tre rivendicazioni della vostra lotta?
La prima è che l’ex manicomio di Roma venga gestito in forma totalmente pubblica e che venga utilizzato prevalentemente a uso culturale e sociale perché di questo c’è bisogno in quel territorio. A differenza di come si sta facendo costituendone un polo sanitario da dare tutto in mano all’azienda sanitaria locale, operazione sbagliata perchè in quel territorio c’è già una presenza di poli ospedalieri e perchè la qualità e l’ecologia di quello spazio è invece quella di un vero e proprio centro storico del territorio. I cittadini chiedono da sempre che sia un luogo identitario e di cultura e socialità.
Il terzo obiettivo è che questo riutilizzo venga fatto nel rispetto della storia di quel luogo che è l’ex manicomio e quindi del movimento che ha conquistato la 180, e anche rispettando una norma nazionale che prevede che il luogo sia utilizzato in forma reddituale ovvero che produca risorse economiche che per legge devono essere investite in progetti per la salute mentale.
Secondo voi cosa è necessario fare per raggiungere questi obiettivi?
Questo è difficile dirlo visto che al momento questa vertenza sta prendendo una brutta piega perché il comune e la regione si sono accordati per regalare lo stabile, la gestione dell’azienda sanitaria con una logica esclusivamente privatistica e mercantile. Noi abbiamo utilizzato tutte le forme possibili di azione politiche e vertenziale dalla realizzazione di progetti alle proposte di delibera comunale e di legge regionale e a una marea di momenti di partecipazione assembleare e civica, fino anche all’esperienza di occupazione di uno dei padiglioni nato a uso culturale che è l’ex lavanderia sgomberata dopo 17 anni.