Ai microfoni di Radio Onda d'Urto il dr Ernesto Burgio, medico pediatra, esperto di epigenetica e biologia molecolare, presidente del comitato scientifico della Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA) si esprime sull'importanza del vaccino se integrato ad altre strategie da approntare sui territori.
Novembre 2020, i vaccini Pfizer e Moderna sono al vaglio dell- EMA ( Agenzia europea per i medicinali) e torna nello studio di Radio Onda d'Urto Ernesto Burgio per una nuova intervista in seguito a un editoriale pubblicato sul Manifesto: " Il vaccino ci aiuterà ma non ci libererà dalle pandemie ".
"Si poteva e si era prevista la seconda ondata di contagi ma sono state fatte scelte discutibili", da queste parole inizia l'intervista del dottor Burgio che fa notare la gravità dei dati sulla diffusione e letalità del virus, purtroppo distorti dalla disinformazione mediatica, e che in relazione ad essi bisogna sostenere le misure restrittive varate dal governo perchè necessarie. Non risolutive però, servono a rallentare la diffusione e il processo evolutivo del virus ma da sole non bastano.
Così come da solo non basta il vaccino. Troppo in fretta sono state declamate soluzioni risolutive in conferenze stampa organizzate dalle stesse case produttrici dei vaccini e ci sono ancora troppi pochi dati a riguardo, specie a lungo termine. Questa l' opinione dell'esperto " Non sappiamo se Sars-CoV-2 tenderà a diventare endemico, se avremo epidemie stagionali o ri-emergenze a lungo termine di sue varianti ed è impossibile prevedere quale vaccino garantisca i risultati migliori nelle diverse situazioni. E se il vaccino prescelto non si rivelasse efficace, le conseguenze sarebbero gravissime: sia perché i vaccinati, credendosi protetti, abbasserebbero la guardia; sia perché la fiducia di molti nelle vaccinazioni potrebbe diminuire e si rafforzerebbe il circuito NoVax. Ma l’argomento più dibattuto è quello dei rischi e al momento non possiamo avere dati certi: sia perché i numeri sono piccoli, sia perché gli effetti più temuti emergono nel lungo termine."
Così come da solo non basta il vaccino. Troppo in fretta sono state declamate soluzioni risolutive in conferenze stampa organizzate dalle stesse case produttrici dei vaccini e ci sono ancora troppi pochi dati a riguardo, specie a lungo termine. Questa l' opinione dell'esperto " Non sappiamo se Sars-CoV-2 tenderà a diventare endemico, se avremo epidemie stagionali o ri-emergenze a lungo termine di sue varianti ed è impossibile prevedere quale vaccino garantisca i risultati migliori nelle diverse situazioni. E se il vaccino prescelto non si rivelasse efficace, le conseguenze sarebbero gravissime: sia perché i vaccinati, credendosi protetti, abbasserebbero la guardia; sia perché la fiducia di molti nelle vaccinazioni potrebbe diminuire e si rafforzerebbe il circuito NoVax. Ma l’argomento più dibattuto è quello dei rischi e al momento non possiamo avere dati certi: sia perché i numeri sono piccoli, sia perché gli effetti più temuti emergono nel lungo termine."
Secondo Burgio il problema è ben più ampio: infatti la pandemia non è un «incidente biologico», che senza preavviso ha colpito l’umanità e che può essere affrontato con farmaci e vaccini, ma il sintomo di una malattia cronica e rapidamente progressiva, che riguarda l’intera biosfera. Un dramma epocale inutilmente annunciato e che tenderà a prolungarsi e a ripetersi se non cambieranno le condizioni ambientali e sociali che lo hanno determinato.
Bisogna quindi, oltre ad apllicare le giuste strategie di contenimento del virus e di riduzione delle catene dei contagi (lockdown) e a continuare la ricerca scientifica a riguardo, trasformare radicalmente i sistemi sanitari occidentali che infettati dal neoliberalismo hanno trasformato la medicina in un immenso mercato.
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Dott. Ernesto burgio, medico pediatra Da oltre vent’anni si occupa di ricerca in epigenetica, in particolare di epigenetica del cancro, e di virus. È membro dell'ECERI (European Cancer and Environment Research Institute, Bruxelles).