Intervista a Marco Campanini, volontario per l'International Human Rights Commission (IHRC), attivista e autore di 3 libri sulla legislazione in materia di welfare, servizi sociali e disabilità.
Presentaci la tua realtà, Commissione Internazionale per i Diritti Umani (IHRC) (com’è nata, chi siete, cosa fate, ecc.)?
La International Human Rights Commission è un'organizzazione internazionale senza scopo di lucro dedicata all'attuazione della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani a livello regionale, nazionale e internazionale. Attraverso il costante dialogo con le istituzioni, promuove il riconoscimento dei Diritti Umani contenuti nella Dichiarazione Universale ad ogni livello della società.
Quali sono i 3 punti più importanti / le 3 rivendicazioni centrali della vostra lotta?
Nell’ambito della IHRC mi occupo dell’attuazione dei principi contenuti nella Convenzione Onu dei diritti delle persone con disabilità. Fondamentale che venga riconosciuto il diritto alla vita indipendente, come sancito dalla Convenzione Onu. Vi deve essere un pieno riconoscimento del diritto all’assistenza personale autogestita, indipendentemente dall’età della persona con disabilità, sia essa, minorenne, adulta o anziana. Per ciascuna persona con disabilità deve essere riconosciuto e reso effettivo un progetto di vita personalizzato che tenga conto dei suoi bisogni, problemi e delle sue aspettative e aspirazioni, in modo tale che la persona sia messa nelle condizioni di superare le limitazioni di carattere sociale, economico e fisico che ne impediscono il pieno sviluppo e la possibilità di vivere una vita dignitosa in condizioni di parità.
Una domanda che vuole mettere in luce l'aspetto strategico della vostra lotta. Quali sono secondo voi le metodologie/forme di lotta che dovrebbero essere intraprese per realizzare le vostre rivendicazioni?
Non posso parlare a nome della IHRC non essendo l’unico volontario, tuttavia in qualità di esperto delle politiche sociali e welfare, ritengo sia necessario quantomeno ottenere la possibilità che tutte i soggetti e le realtà che operano per la tutela dei diritti delle persone con disabilità all’interno del territorio regionale possano sedere nei tavoli istituzionali. Attualmente, almeno per quanto concerne l’Emilia-Romagna, sono ammesse al dialogo con le istituzioni unicamente le federazioni maggiormente rappresentative delle persone con disabilità, con esclusione di quelle realtà più piccole e di coloro che non si sentono rappresentati. Il raggiungimento di tale obiettivo sarebbe già un modo per ottenere uno canale ufficiale nel quale far passare le proprie rivendicazioni.
Cosa ti aspetti dal congresso nazionale per la salute di novembre?
Mi aspetto che dal Congresso si crei un’intensa sinergia tra i partecipanti ai vari tavoli, in modo tale che si possano sviluppare quelle condizioni che costituiscono l’humus per un miglioramento complessivo dei servizi territoriali e domiciliari