Intervista a Loretta Mussi di No AD Nazionale
Come prima domanda ti chiedo una presentazione della vostra realtà, soprattutto dalla tua prospettiva nazionale visto che c’è già un’altra figura che rappresenta l’Emilia Romagna
il comitato per il no contro a qualsiasi autonomia differenziata è nato ormai circa due fa nel 2019. Nel luglio di quell’anno si è costituito il coordinamento dei comitati contro qualsiasi autonomia differenziata. Poi un percorso di pochi mesi molto accelerato dall’uscita sulla STAMPA degli accordi che vi erano stati tra la Lombardia, il Veneto e l’Emilia Romagna con il governo sul passaggio delle competenze dello stato praticamente per tutte le materie. Su questo noi abbiamo subito segnalato subito alcuni aspetti: primo il rischio fortissimo che in questo modo, rendendo autonome le regioni su tutte le materie senza più coordinamento con lo stato centrale, si frantumasse la repubblica; secondo quello di una separazione ulteriore del mezzogiorno d’Italia rispetto al nord; terzo che dal punto di vista della salute questo avrebbe esasperato ulteriormente le gravissime differenziazioni che c’erano già nelle regioni a seguito della modifica del titolo quinto nel 2001, portando ciascuna regione ad organizzarsi la propria sanità a piacimento così da andare contro i principi per il quale era nato il servizio sanitario nazionale. Tutto ciò a favorire una forte privatizzazione.
Quali sono tre rivendicazioni operative della vostra lotta?
Una è che ci sia partecipazione da parte del mondo dell’associazionismo, da parte dei sindacati, da parte dei comuni con una presa di posizione forte contro questo disegno di legge. è necessario riuscire a creare un movimento nel quale prendano parola i comuni e anche il mondo dell’associazionismo, che resta ancora freddo, e da quello dei sindacati purtroppo divisi all’interno.
La seconda rivendicazione è il bisogno di costituire ulteriori comitati rispetto a quelli già presenti e a partire da questi si dovrebbero fare delle petizioni nei confronti delle regioni di cui parlavo prima ma anche di altre perché di fatto tutte tranne la basilicata hanno fatto la richiesta. Bisognerebbe attivarsi da subito contro queste richieste.
Terzo investire moltissimo sul sud e per aggiungere una quarta cosa il PNRR, nonostante il nostro giudizio a riguardo sia negativo, è un piano che potrebbe permettere qualche piccolo recupero per quanto riguarda l’autonomia differenziata sui territori. Questo con la dovuta vigilanza ovviamente perché c’è il rischio che si traduca in forti disuguaglianze tra le regioni, soprattutto in materia di scuola e sanità.
Cosa credi sia necessario fare per ottenere tale cambiamento?
Fin adesso abbiamo fatto manifestazioni in piazza cercando di coinvolgere il più possibile la stampa che naturalmente non è abbastanza schierata . Abbiamo utilizzato petizioni e chiamando in causa alcuni parlamentari, fino alla pandemia che purtroppo ha reso tutto più difficile. Tuttavia a mio avviso questi sono tutti strumenti molto deboli, il punto è che la gente non sa nulla sull’autonomia differenziata e sul sistema pubblico, c’è un bisogno fondamentale di giusta informazione.