Intervista a Elisabetta Papini del Forum per il Diritto alla Salute
Raccontaci cosa rappresenta il Forum Per Il Diritto Alla Salute
Il Forum Per Il Diritto Alla Salute è un’associazione nata nel 2017 con l’obiettivo di lottare per la difesa e la tutela del servizio sanitario nazionale, che già in quegli anni era in una situazione di grave smantellamento ed è diventato quel sistema che oggi contestiamo. Un po’ per iniziativa di un partito politico di sinistra, diventa poi un’associazione nazionale nel 2019.
Io conosco il forum a Roma perchè avevano organizzato un convegno, facevo la consigliera municipale, ed ero stata eletta proprio perchè avevo difeso sul territorio di roma nord-ovest una struttura, i suoi servizi sanitari pubblici e un ospedale pubblico nel 2012 quando c’era Mario Monti e si parlava di spending review. I primi tagli dovuti a questa riforma sono stati fatti ovviamente alla sanità e ricordo che a Roma hanno cominciato a chiudere le strutture come villa tiburtina e soprattutto ci furono tagli di posti letto pubblici, mentre sorprendentemente invece aprivano reparti negli ospedali privati.
Allarmati e schifati da questa politica di continui tagli alla sanità, giustificati dicendo che il mercato avrebbe aggiustato tutto quando in realtà ha solamente causato sofferenza tra gli operatori (gente che non ha ricevuto gli stipendi, che ha perso il lavoro, che non è stata messa in condizioni di assistere e curare i pazienti in modo professionale), abbiamo capito che c’era bisogno di radunarci e di elaborare dal punto di vista politico una nuova linea di lotta per il servizio sanitario nazionale.
Quali sono le rivendicazioni principali della vostra lotta?
Innanzitutto l'appropriazione sciagurata della riforma del titolo quinto del 2001 della costituzione proprio perché siamo contro ogni forma di regionalismo differenziato.
Poi la fine dei processi di aziendalizzazione: abbiamo purtroppo le mega asl e i mega distretti che sono lontani da ogni idea di decentramento e di prossimità di cui ci si riempie la bocca e di cui si parla nel PNNR; queste sono guidate da direttori generali che sono degli organi monografici con un governo verticistico, autoritario e anacronistico. Mancano organi di gestione democratici che devono essere espressioni delle comunità locali.
Con quali strategie si possono raggiungere questi obiettivi?
La nostra associazione si basa sui metodi della resistenza e della lotta non violenta, come scritto nel nostro statuto, quindi appunto azioni simboliche per poter comunicare o atti di boicottaggio come il blocco stradale, digiuni, scioperi a rovescio,insomma tutte quelle pratiche all’interno dell’azione non violenta: Crediamo molto nell’uso del corpo, indossando ad esempio dei cartelloni, come forma di resistenza e di occupazione dello spazio, del suolo pubblico.
Fin ora noi stiamo all’interno dei presidi e delle resistenze come villa tiburtina insieme ai cittadini e intendiamo come lotta anche l’elaborazione teorica politica dei nostri documenti, delle nostre rivendicazioni e dei nostri valori.
Cosa ti aspetti dai Congressi per salute?
Ho ancora la forza di sognare un mondo diverso e quindi mi aspetto di essere in tanti a dire su alcuni punti le stesse cose. Spero che sul valore della sanità pubblica si alimenti una mobilitazione forte, che riusciamo a farci ascoltare da chi pensa che ci sia semplicemente da aggiustare il tiro e basta, bisogna invece cambiare il paradigma come è avvenuto in passato ad esempio con i manicomi.