La conduttrice della trasmissione radiofonica su salute, cura, prevenzione, territorio ci racconta come è nato il loro progetto
Raccontaci un po’ la realtà di Congiunzioni Radio Blackout
L’idea del programma nasce durante il primo lockdown per provare un po’ a capire cosa ci stava accadendo intorno, dal punto di vista sociale e politico e soprattutto quali scenari ci saremmo potuti aspettare in futuro. L’obiettivo era creare uno spazio dove poter comunicare e anche in qualche modo per sentirsi meno isolati.
Quali sono i tre punti principali della vostra lotta?
Penso poi sia di assoluta rilevanza riuscire in qualche modo a comunicare che cosa significhi salute e che cosa significhi cura
Secondo punto cosa comporta la relazione tra professionisti e salute e quindi provare a capire se ci sono delle possibilità di alleanza e di rottura di certi meccanismi che rendono poi di fatto difficile prendersi cura della propria salute e della tutela collettiva
Il terzo obiettivo è quello di intendere la pandemia come emergenza e di conseguenza analizzare le soluzioni che ci sono state proposte, assieme al tema della sanità territoriale, sistema che dovrebbe essere ovviamente ripensato.
Quali sono le soluzioni che potrebbero essere intraprese per realizzare queste rivendicazioni?
Ovviamente la comunicazione e l’informazione veritiera come abbiamo fatto con il nostro programma radio, attraverso un linguaggio che potesse raggiungere chiunque visto che gli argomenti trattati comunque non sono semplicissimi. Questo andando ovviamente anche oltre il mezzo della radio: manifestazioni, volantinaggio, attacchinaggio anche proprio nei reparti ospedalieri.
Come pensi che le altre associazioni possano aiutarvi nel raggiungimento dei vostri obiettivi?
Al momento la priorità penso sia quella di scambiarsi contatti e conoscenze e costruire una rete interdisciplinare volto alla divulgazione di saperi che in qualche modo possano essere gli strumenti necessari per la nostra lotta.
Inoltre ritengo ci sia la necessità in generale di confrontarsi su quali sono stati i limiti nella gestione della pandemia e su quali siano quelli attuali nell’ambito della sanità pubblica a livello nazionale oltre che regionale, viste le diverse similitudini nei disagi tra territori anche molto distanti tra loro.
Quali aspettative avete nei confronti dei congressi per la salute?
Mi piacerebbe fare una verifica dei vari percorsi delle altre realtà su questi temi per confrontare limiti e possibili soluzioni e spero possa creare una rete attiva di
informazione e di proposte attuabili per cambiare veramente le cose