Gianmarco Di Ciccio ci racconta la storia della lotta di Città Nuova, associazione politico culturale del molise.
Presentaci la tua realtà
Quali sono secondo te i 3 punti più importanti, o le 3 rivendicazioni che sono centrali nella vostra realtà, insomma nella vostra lotta per il diritto alla salute?
Le rivendicazioni centrali della lotta di “Città Nuova” ruotano intorno alla tutela della sanità pubblica, alla salvaguardia territoriale e alla promozione culturale. Soprattutto in questi ultimi anni, gli interessi politici sulla sanità privata hanno prevalso rispetto al potenziamento del sistema sanitario pubblico, sottolineando che l’ospedale di Venafro, prima della sua riconversione, era l’unico della regione Molise a chiudere il bilancio in attivo. L’azione associativa vuole evidenziare anche le criticità ambientali della Piana di Venafro. Almeno tre opifici insalubri circondano il centro abitato e il traffico pesante della SS 85 invade le arterie principali della città, esponendo i venafrani a rischi fisici. Necessaria è, quindi, una variante stradale (la Bretella di Ceppagna), la quale gode di un progetto definitivo avanzato già finanziato da soldi pubblici ma il cantiere non è mai partito.
Quali sono i metodi che privilegiate per raggiungere i vostri obiettivi?
“Città Nuova”, fin dalla sua costituzione, cerca di raccogliere le istanze più urgenti del territorio e di portarle all’attenzione dell’opinione pubblica, della stampa e delle istituzioni. L’approccio dei soci al problema è metodico e vuole essere il più costruttivo possibile. Si affrontano le problematiche nella maniera più opportuna, attraverso assemblee pubbliche, manifestazioni, comunicati stampa, attività di informazione, attraverso esposti, nei casi in cui la legge lo preveda, o interfacciandosi direttamente con la classe politica.
Cosa ti aspetti dal Congresso di novembre e come pensi che le altre soggettività potrebbero aiutarti nel raggiungimento dei vostri obiettivi?
Dal congresso nazionale, ci aspettiamo sicuramente un’occasione di confronto e di dialogo con altre realtà che vivono nella stessa condizione di quella venafrana. L’approccio al problema di altri potrebbe essere utile alla nostra lotta oppure noi, nel nostro piccolo, essendo una realtà già radicata sul territorio, potremmo essere da stimolo ad altre soggettività. La convergenza sui temi è fondamentale per costruire un’alternativa, lontana dalle conflittualità o dagli interessi di pochi.