Laura Valsecchi: Vogliamo dare un contributo alla riorganizzazione delle cure sanitarie per le persone anziane malate e non autosufficienti, queste cure devono essere sanitarie e devono essere in capo al servizio sanitario nazionale non ci deve essere il privato.
Presentaci la tua realtà
Come coordinamento per il diritto alla sanità per le persone anziane malate e non autosufficienti siamo nel corso della pandemia quando all’interno della campagna DICO32 insieme a medicina democratica e altri movimenti si è costituito il coordinamento nazionale in difesa della salute pubblica e universale a partire dai valori della riforma sanitaria del 1978 la 833. Ci siamo incontrati proprio perché come sappiamo tutti quanti la pandemia ha evidenziato la grandissima mancanza della sanità pubblica territoriale che ha posto in crisi molte situazioni, tra queste in modo particolare quelle degli anziani. Per cui all’interno del coordinamento è nato questo gruppo di lavoro che inizialmente ha proprio cercato di mettere assieme i comitati delle vittime, i comitati dei familiari degli anziani nelle rsa, gli operatori delle rsa, le rappresentanze sindacali che stavano denunciando la gravissima situazione che si è creata con la pandemia all’interno di queste strutture. Per cui ci siamo messi insieme e come gruppo di lavoro abbiamo fatto un’analisi che partiva da più lontano ma che ha permesso di identificare altre associazioni permettendo al gruppo di allargarsi.
Quali sono le rivendicazioni principali della vostra lotta?
Intanto nell’immediato il nostro coordinamento si pone come obiettivi principali la riapertura delle rsa e delle rsd perché non possono essere strutture che non permettano l’accesso dei familiari alle persone anziane. Poi l’altro obiettivo fondamentale è che non vengano archiviate le denunce che i comitati dei familiari delle vittime della strage delle rsa hanno fatto.
Nel medio periodo i nostri obiettivi diventano più articolati. Vogliamo dare un contributo alla riorganizzazione delle cure sanitarie per le persone anziane malate e non autosufficienti, queste cure devono essere sanitarie e devono essere in capo al servizio sanitario nazionale non ci deve essere il privato.
Un altro obiettivo è quello di rivedere i requisiti delle rsa e delle rsd che siano all’interno del servizio sanitario nazionale e che provvedano alle cure sanitarie e a tutti i bisogni delle persone che necessitano di essere ricoverate con particolare riguardo al personale e alla sua formazione.
Quali metodologie pratiche ritenete necessarie?
Anche qui sono tante le modalità. Il nostro coordinamento sta portando avanti un lavoro che prevede innanzitutto di allargare la partecipazione dei familiari e dei comitati anche attraverso momenti di approfondimento, per dare atutti gli strumenti adeguati per portare avanti delle rivendicazioni. Stiamo proponendo una petizione online che lanceremo a breve per garantire le cure sanitarie a domicilio, che vengano riconosciute anche dal punto di vista economico in modo che siano supportate.
Continueremo a fare presidi e manifestazioni in presenza davanti le rsa e le rsd..