Intervista a Vittorio Agnoletto di Osservatorio Coronavirus
Presentaci la tua realtà
L'osservatorio Coronavirus nasce per iniziativa di Medicina Democratica e di varie altre associazioni lombarde attorno alla trasmissione 372 che è la trasmissione sui temi della salute e della sanità che ormai conduco da sei anni su Radio Popolare. Questa trasmissione è diventata un punto di riferimento importante a livello regionale ma anche a livello nazionale ed è una trasmissione che da un lato dà informazioni su tutti i provvedimenti regionali, nazionali, europei che si sono sviluppati attorno la pandemia; dall’altro tutela i diritti per cui in trasmissione arrivano tantissime segnalazioni di persone a cui non vengono garantiti i propri diritti in ambito sanitario, dalle questioni pià semplici come fare un esame, fare una terapia, fare un intervento, a quelle un po’ più ostiche anche dal punto di vista burocratico. Per fare ciò ci appoggiamo a un collettivo di legali che interviene operativamente. Tutta questa attività ha anche portato alla pubblicazione del libro Senza respiro un’inchiesta indipendente sulla pandemia da covid in Lombardia, in Italia e in Europa, un libro di testimonianze e denuncia.
Quali sono i punti fondamentali della vostra lotta?
Il primo è tornare a un servizio sanitario nazionale universalistico con accesso gratuito perché sostenuto dalla tassazione pubblica. Questo è l’obiettivo prioritario.
Il secondo è il superamento degli accordi trips sui brevetti che garantiscono il monopolio tra vent’anni nella produzione di farmaci e vaccini alle aziende che mettono sul mercato prima questi vaccini.
Il terzo obiettivo contingente è l’abbattimento delle liste d’attesa per tutte le patologie.
Quali metodologie ritieni necessarie per ottenere questi obiettivi?
Per quanto riguarda la vicenda riguardo i brevetti il punto fondamentale è capire che in discussione c'è il destino dell’umanità, non è una battaglia come le altre.
Lottare per quello è già di per sé una metodologia strategica epocale. In generale deve essere riconosciuto il diritto alla salute ma nella maniera pratica perchè le varie dichiarazioni ci sono già: dobbiamo ottenere che il diritto alla cura diventi un elemento indiscusso e valido per ogni essere umano.
Per fare questo sono importanti due cose in maniera particolare. Primo lavorare per avere un’industria farmaceutica pubblica sovranazionale almeno a livello europeo. Secondo modificare il concetto stesso di medicina e mettere al centro la prevenzione e l’epidemiologia. La cura non è l’unico intervento medico possibile.
Cosa speri dai Congressi della salute?
Mi aspetto molto, perché ritengo questa iniziativa fondamentale. Credo che dovremmo uscire con la costruzione di una piattaforma rivendicativa nazionale articolata poi per regione. Penso che la cosa più complicata non sarà arrivare ad essere d'accordo sui grandi principi, il problema sarà superare una visione localistica cioè unire le vertenze locali con la dimensione nazionale e globale.