Intervista a Eleonora Mizzoni di Obiezione Respinta
Presentaci la vostra realtà
Obiezione Respinta è un progetto di mappatura degli obiettori di coscienza, siamo nate 5 anni fa, un gruppo di donne, lavoratrici, studentesse fuori sede. L’associazione è nata dalle nostre esperienze e ci siamo rese conto della forte carenza soprattutto di informazione per quanto concerne la salute riproduttiva. In italia il problema è ancora pià accentuato, specie per le donne, e chi si appresta a determinate scelte come un’interruzione di gravidanza ad esempio o la pillola del giorno dopo, si ritrova ancora vittima di un forte stigma sociale. Purtroppo 7 medici su 10 sono obiettori di coscienza. Il progetto va avanti grazie anche a tutte le donne che condividono le loro esperienze con noi.
Tre rivendicazioni della vostra lotta?
Stilare questa mappa ci ha permesso di indagare pià a fondo sul problema. Sicuramente l’eliminazione dell’articolo 9 della legge 194.
La seconda riguarda i consultori pubblici: purtroppo pieni di obiettori di coscienza, poco finanziati e gestiti male. Questo ha portato alla nascita di strutture private che vanno contro i principi per il quale è stata creata tale struttura, andando anche ad influenzare attraverso mala informazione.
La terza riguarda il diritto all’aborto per tutti, quindi anche person* transgender e non binarie, che in Italia non viene nemmeno considerato.
Quali pratiche sarebbero pià efficaci per raggiungere questi obiettivi?
Ovviamente ci sono più livelli. Uno più quotidiano, di prossimità iniziale attraverso presenza e informazione. Da lì condividendo le esperienze e le abilità si può stilare un piano nazionale efficace, che incontri le esigenze di tutti i territori, e lottare per metterlo in pratica.
Cosa ti aspetti dai congressi della salute?
Sicuramente unire così tante realtà diverse è una cosa delicata. Noi ci immaginiamo di uscirne con tanta ricchezza, con strumenti efficaci. Speriamo che grazie alla rete che si verrà a creare riusciremo a fare qualcosa di concreto.
