Antonio G. Curotto: Il nostro compito è di riuscire a rendere consapevoli le persone di come questo sistema sta progressivamente in verità riducendo i diritti alla salute.
Presentaci la tua realtà
L’associazione Ambulatorio Internazionale Città Aperta è un’associazione costituita da volontari che sono chiaramente medici, sanitari e non è nata nel 94 per cercare di inserirsi in quella mancanza fondamentale per le persone cosiddette non in regola o senza permesso di soggiorno, che hanno sì il diritto a essere curate ma non il medico di base. Questo porta oltre al disagio estremo e chiaramente alla mancanza per le persone senza permesso di soggiorno, fa sì che l’unica possibilità di interdetto per qualsiasi tipo di patologia sia l’ospedale e il pronto soccorso.
Dal 1994 noi facciamo assistenza medica di base quindi dal punto di vista pratico dal lunedì al venerdì per tre ore facciamo medicina di base. In questo modo attraverso le nostre visite e quello che scriviamo, i nostri pazienti vanno poi presso i presidi della asl che poi convertono le nostre ricette in ricettario regionale. Noi rivendichiamo il diritto delle persone a essere seguite dal sistema sanitario nazionale.
Quali sono le tre rivendicazioni principali della vostra lotta?
Il primo obiettivo sarebbe l’assistenza sanitaria di base comune per tutti, purtroppo è sempre più un obiettivo primario. Un altro punto è il contrasto alla privatizzazione territoriale. Siamo consapevoli che ciò può avvenire solo con un cambiamento radicale della sanità perché la sanità pubblica e privata basa sull’aziendalizzazione e il suo finanziamento deriva dalla malattia e non dalla salute, non ha interesse a creare salute.
Ultimo punto è stressare ulteriormente la differenza che esiste tra salute e sanità. Cerchiamo in diversi modi di promuovere la salute con pratiche collettive che permettano di avere consapevolezza collettiva, di evolvere verso un concetto e di responsabilità personale per quanto riguarda la salute.
Quali metodologie credete necessarie dover attuare?
Cosa ti aspetti dai congressi della salute?
Dal punto di vista rivendicativo e politico è fondamentale avere una massa d’urto comune. Mi aspetto di avere conoscenza anche delle altre pratiche e delle altre situazioni di lotta a livello nazionale e in secondo luogo poter coordinare se è possibile in modo tale anche le rivendicazioni diciamo regionali siano patrimonio comune